La foto di oggi è stata scattata da Sergio Melis nella Baia di San Gemiliano a Tortolì.

Nella splendida immagine si può ammirare un bellissimo tramonto sulla spiaggia invernale.

Invia le tue foto dell’Ogliastra alla mail redazione@vistanet.it (indicando il nome del fotografo e del luogo immortalato).

Le più belle saranno pubblicate sul nostro giornale.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Iniziativa importante dell’Associazione Mano Tesa Ogliastra in collaborazione con la Assl 4 di Lanusei.

Nonostante l’emergenza Covid si vuole rimarcare l’importanza della prevenzione con visite gratuite di ginecologia, andrologia, senologia ed ecografia mammaria.

Le visite si svolgeranno l’ultimo sabato di ogni mese. La prossima sarà quindi sabato 29 gennaio.

Ecco la locandina con tutte le info necessarie per la prenotazione.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Maurizio Cheri, giovane tortoliese, ci presenta una delle sue ricette preferite: su pani frattau. Un piatto semplice da realizzare, veloce e gustoso che, come lui stesso spiega, “chiunque può realizzare in un batter d’occhio e con pochi semplici ingredienti: salsa di pomodoro, pane carasau, pecorino semistagionato grattugiato, olio extravergine di oliva”.

“Iniziamo dalla salsa di pomodoro che di base non manca mai in nessuna casa. Io la preparo facendo rosolare in due cucchiai di olio EVO un trito fine di carota cipolla e aglio e unendovi successivamente un barattolo di pomodori pelati passati nel passaverdure e due foglie di basilico.

Cottura dolce 20-25 min o comunque fino a raggiungimento della consistenza desiderata.

Il sale me lo dimentico sempre ma stavolta l’ho messo: un cucchiaino scarso va più che bene. Il trito non deve essere abbondante, io faccio sempre a occhio, ma indicativamente le dosi sono: 1 piccola carota, mezza cipolla piccola, 1 spicchio d’aglio e un barattolo da 800 g di pelati, a seconda della salsa che mi serve. Per questo piatto basta e avanza, anzi…ce n’è pure per la prossima ricetta! Poi, una volta pronta, bisogna organizzarsi col carasau e il formaggio grattugiato, meglio se pecorino semistagionato. Si parte con un fondo di salsa, una spolverata di formaggio e una fetta di pane carasau bagnato. Poi si riparte con la salsa e via dicendo finchè non raggiungete lo spessore desiderato.

Ma attenzione, un piccolo consiglio: il cucchiaio che sta nella salsa non deve toccare il pane, quindi il procedimento consiste nell’adagiare la salsa sul pane e stenderla con un altro cucchiaio. Questo per evitare un deperimento più rapido della salsa. Una volta impilato fino all’altezza desiderata potete guarnire il piatto a piacere; io ci ho messo due fettine di pecorino e una foglia di basilico e, infine, un po’ d’olio EVO, se di casa vostra ancora meglio! Un goccio di vino cannonau e il gioco è fatto! Una ricetta veloce alla portata di tutti, e con la salsa che avanza si possono realizzare altri piatti veloci”.

Ecco il risultato, buon appetito a tutti!

pani frattau

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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La bellezza di 110 anni fa, nel 1910, nasceva a Tortolì un allevamento di struzzi, grazie all’intuizione del maestro elementare Peppino Meloni. Un’attività imprenditoriale che andò avanti, con successo, fino agli anni Trenta.

Lo scopo principale di un tale originale allevamento era legato al commercio delle piume, che all’epoca erano molto di moda e si usavano per decorare i cappelli, gli abiti femminili e i boa (sciarpe tubolari).

I primi esemplari di struzzo portati in Ogliastra provenivano dalla Germania. Si riprodussero molto velocemente e poco tempo dopo, a Baccasara, nella piana di Tortolì, fu creato uno stabilimento più grande e completo in un terreno di ben 26 ettari, dove Meloni arrivò ad avere ben 175 esemplari.

Come riporta Wikipedia, la produzione era talmente abbondante che le piume vennero vendute non solo in Italia, ma anche all’estero. Alcuni struzzi vennero inoltre addomesticati e addestrati in modo da poterli cavalcare ed abituarli a trainare il sulky e il calesse e fu allestito proprio in questa ottica anche uno struzzodromo. Il 24 maggio 1921 il re d’Italia Vittorio Emanuele III visitò lo struzzodromo tortoliese e conferì il titolo di Cavaliere della Croce al merito della Corona d’Italia al proprietario dell’allevamento, Peppino Meloni.

L’attività terminò negli anni Trenta, all’avvento della Guerra, quando piume e struzzi cessarono d’essere ricercati.

Sull’avventura imprenditoriale di Peppino Meloni il fumettista baunese Bepi Vigna ha scritto anni fa un libro e poi uno spettacolo “L’uomo che sognava gli struzzi”.

«Vigna ha portato, prima nel suo libro e poi in teatro, la vera storia di Peppino Meloni, un visionario che riesce a realizzare il suo sogno, nel mezzo dell’Ogliastra, ovvero: un allevamento di struzzi. I sogni diventano realtà. Basta crederci, anche perché solo sognare ci rende vivi».

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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Sapevate che è possibile trovare il prezioso tubero anche nella nostra isola? Ebbene si, il tartufo cresce anche in Sardegna, basta solo saperlo cercare! La specie più diffusa dalle nostre parti è il Nero Pregiato (Tuber Melanosporum Vittadini), che arriva a maturazione durante la stagione estiva. Lo si trova ai piedi di noccioli, querce, faggi, ma anche – chi l’avrebbe mai detto? – sotto i pini e lo si riconosce per la scorza nera cosparsa di verruche e per il suo aroma delicato.

Ma non è finita: nei boschi sardi infatti è possibile trovare anche il Bianchetto che invece cresce durante l’inverno e la primavera, conosciuto anche come marzuolo o col nome scientifico di Tuber Borchii. La somiglianza di questa specie al più pregiato tartufo bianco è incredibile. Se non fosse per la polpa di colore rosso scuro, sarebbe davvero difficile ad un occhio poco esperto distinguerle! In Sardegna cresce poi anche il tartufo Nero d’Inverno o Brumale (Tuber Brumale Vittadini).

Si, ma esattamente dove si trovano? Le terre fortunate sono il Sarcidano e l’Alta Marmilla, in particolare quel triangolo compreso tra Nurallao, Laconi e Villanovatulo. Nei boschi e nelle campagne di questi comuni vengono colti annualmente diversi quintali di tuberi. Una grandissima quantità! Per celebrare tale ricchezza, a Laconi si organizza nel mese di giugno la Sagra del Tartufo. Inutile dire che riscuota puntualmente un enorme successo, anche grazie alle piccole degustazioni offerte dai cercatori.

Il tartufo nel tempo si è fatto una “cattiva” fama: è considerato un alimento di lusso, ma lo è davvero? Pensate che per insaporire una pasta per 4 persone 8 g sono più che sufficienti. E un grammo di tartufo sardo costa circa un euro. Per sfruttarlo al meglio poi basta evitare di cuocerlo, grattugiandolo direttamente sui piatti pronti. Se lo si tiene in frigorifero bisogna avere l’accortezza di farlo tornare prima a temperatura ambiente, tirandolo fuori almeno un’ora prima.

 

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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Si è appena conclusa l’Unità di crisi regionale presieduta dall’assessore della Sanità, Mario Nieddu, in videoconferenza con tutte le direzioni generali delle aziende sanitarie della Sardegna.

Il vertice si è riunito questo pomeriggio per un confronto sulla gestione dell’emergenza Covid in relazione al peggioramento del quadro epidemiologico. “Siamo pronti ad attivare, in ventiquattro ore, fino a  27 nuovi posti letto in terapia intensiva. Speriamo non sia necessario, ma dobbiamo essere pronti a ogni scenario”.

Oggi in Sardegna sono presenti 220 posti in terapia intensiva, di questi 92 dedicati ai pazienti Covid, di cui 30 attualmente attivi (27 occupati). Tre dunque i posti letto liberi in terapia intensiva Covid e ventisette i posti immediatamente attivabili: 8 al Santissima Trinità e uno al Binaghi di Cagliari, 6 all’ospedale Civile di Alghero, 12 al San Francesco di Nuoro.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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Questa terribile vicenda che stiamo per raccontarvi è un tragico fatto realmente accaduto nell’estate del 1770 nel territorio di Tortolì.

Il 19 luglio, Grazia Mancosu, giovane sposa tortoliese si reca nelle campagne del paese per raccogliere del legnatico.

La donna, in attesa del suo primo figlio, si addentra in una zona ricca di vegetazione a Monte Attu. La donna però tarda a rientrare nella propria abitazione e questo fatto fa preoccupare il marito, i parenti e i vicini di casa.

In breve scattano le ricerche che si concludono con il ritrovamento del corpo privo di vita della donna. La scena che si trova davanti agli occhi il gruppo è sconvolgente: la donna è in posizione supina e ha il ventre squarciato.

Viene accusato del brutale omicidio un bandito che si nasconde nella zona. L’uomo, tale Gabriele Marongiu, viene arrestato e si dice abbia confessato il delitto dicendo di aver ucciso la donna per vedere come fosse fatto il bimbo che portava in grembo. Per lui la pena capitale: l’impiccagione.

Una storia che però lascia più di un dubbio su quanto realmente accaduto e sull’autore del delitto.

Slayer with an axe carries the victim’s body wrapped in a canvas into the forest, serial maniac concept

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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La strada che si inerpica dal Lago Cedrino fino al passo di Genna Silana è stata battezzata “La salita del centenario” nel maggio 2017.

Gli amministratori comunali di Urzulei e di Dorgali, i membri delle Pro Loco e il tortoliese Giuseppe Loddo (ideatore dell’iniziativa) si sono dati appuntamento a Silana, nei giorni in cui l’Ogliastra era protagonista del Giro d’Italia, per porre in un punto strategico le targhe che per sempre terranno a battesimo la salita e che verranno collocate una a monte e una valle.

L’omaggio è chiaramente rivolto ai centenari di Urzulei e alla vocazione alla longevità dell’Ogliastra intera. Ma non solo. E’ stato celebrato in questo modo anche il Giro d’Italia, giunto alla sua centesima edizione, che ha raggiunto il passo di Genna Silana per il Gran Premio della montagna 2017.

«Speriamo che questo simbolico battesimo possa far conoscere ancor meglio questo percorso a tutti gli sportivi desiderosi di imitare i grandi campioni che presto si sfideranno in questa meravigliosa salita». Queste le parole di Giuseppe Loddo.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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Fu definita “la battaglia di Morgogliai” lo scontro a fuoco che vide protagonisti il 10 luglio 1899 nel Supramonte di Orgosolo oltre duecento uomini – carabinieri e soldati – e una banda di latitanti.

Una vera e propria operazione militare al cui comando vi era il capitano dei carabinieri Giuseppe Petella, che seguiva la “Notte di San Bartolomeo” di qualche mese prima.

Nell’azione precedente erano state arrestate a Nuoro e dintorni più di seicento persone accusate di favoreggiamento ai tanti banditi che erano alla macchia.

Questa volta dopo appostamenti durati giorni da parte del brigadiere Lussorio Cau, che si dice si fosse travestito da pastore per non destare sospetti, fu individuato il rifugio dei latitanti tra i più famigerati dell’epoca.

Questa banda era composta dai fratelli Giacomo ed Elias Serra-Sanna, Giuseppe Pau, Tommaso Virdis e Giuseppe Lovicu.

I due Serra-Sanna soprannominati in “Limba” “Sos Zigantes” (i giganti) dalla popolazione locale sarebbero stati a capo del gruppo.

Durante la notte del 9 luglio iniziò l’accerchiamento del rifugio dei banditi da parte dei militari, ricavato da un anfratto nascosto con delle frasche posto in una zona impervia caratterizzata dalla fitta vegetazione.

Alle prime ore dell’alba del 10 luglio il capitano Petella diede l’ordine di attaccare la banda. Quello che successe in seguito è riportato dal verbale dei carabinieri, e dal libro dell’anno successivo “Caccia Grossa” del tenete di fanteria Guido Bechi che partecipò all’azione. Opera di successo che suscitò molte polemiche, e gli procurò in seguito non pochi problemi.

A cadere a Morgogliai in una prima fase secondo le fonti sopracitate furono: il latitante di Oniferi Tommaso Virdis colpito a morte dal capitano Petella, il latitante Giacomo Serra-Sanna ucciso dal brigadiere di Borore Cau e il tiratore scelto dei carabinieri Aventino Moretti.

Quest’ultimo nel settembre dell’anno prima aveva colpito a morte il famigerato latitante Giovanni Corbeddu Salis.

In seguito cadde il fante Rosario Amato colpito da Giuseppe Pau ed Elia Serra-Sanna, che subito dopo andarono incontro allo stesso destino.

Infatti quando sembrava che fossero riusciti a forzare l’accerchiamento dei militari, il rumore dei colpi con cui misero fine alla vita del soldato svelò la loro posizione agli altri militari.

Prima cadde l’olianese Pau, colpito da più colpi, e in seguito il più giovane dei fratelli Serra-Sanna. Quest’ultimo sostengono le fonti ucciso da uno sparo e poi caduto in una voragine, anche se si dice scivolato nel burrone mentre tentava la fuga saltando da una roccia ad un’altra.

Rimase gravemente ferito nella “battaglia”, al confine tra il territorio orgolese e olianese, il carabiniere Lorenzo Gasco.

Riuscì a fuggire della banda il solo il latitante olianese Giuseppe Lovicu, che morirà due anni dopo nei pressi del suo paese natio in un altro scontro a fuoco con i carabinieri.

Del conflitto a fuoco di Morgogliai rimangono alcune immagini, gruppi di militari in posa con i corpi freddi dei latitanti mostrati come “fiere” uccise durante una “caccia grossa”.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Stanislao Silesu, noto anche come Lao Silesu era nato a Samassi nel 1883 ma prestissimo si trasferì a Iglesias dove suo padre era organista nella cattedrale. Studiò musica con il padre, e dimostrò prestissimo il suo talento. A 10 anni Silesu eseguì il suo primo concerto, a 13 cominciò a comporre serenate e canzoni, a 15 compose una commedia musicale.

Era così precoce e promettente che i genitori decisero di farlo studiare al Conservatorio di Milano, perché in Sardegna all’epoca non c’erano scuole che potessero far crescere il suo talento. Dopo il diploma si trasferì a Londra e poi a Parigi, dove, Silesu cominciò ad acquisire la fama con le sue allegre canzoni da Café-chantant. Si fece presto conoscere in tutta Europa. Un grande contributo al successo internazionale di Silesu, lo diede Enrico Caruso che interpretò le sue romanze in tutto il mondo.

Una delle sue canzoni di maggior successo fu A Little Love, A Little Kiss, composta originariamente con un testo francese intitolata Un peu d’amour. Nel 1912 la casa editrice londinese Chappel & Co., Ltd. ne pubblicò la versione inglese con il testo sritto da Adrian Ross. Quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale il brano di Silesu era all’apice della fama, e i soldati impegnati al fronte la cantavano mentre trascorrevano le interminabili giornate nascosti in trincea. A Little Love, A Little Kiss continuò ad essere riproposta nel tempo da vari interpreti: tra gli altri, fu registrata nel 1927 dal jazzista Eddie Lang, e cantata da Jeanette MacDonald nel film Catene del passato del 1941.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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