Elodie ha vinto il suo primo David di Donatello, il premio che celebra il meglio del cinema made in Italy, nella categoria “Miglior Canzone Originale” grazie al brano “Proiettili” contenuto nel film Ti mangio il cuore, pellicola nella quale la cantante ha anche recitato.

«Sono molto emozionata, non me lo aspettavo, ma perché io non vinco mai», ha spiegato Elodie sul palco «L’importante però non è vincere, ciò che importa è fare le cose con amore e incontrare belle persone e io ne ho incontrate tante. Grazie per avermi dato questa possibilità».

Alla regia del video della canzone vincitrice troviamo con orgoglio il sardo Roberto Ortu, di San Sperate, che di recente aveva fatto parlare del suo lavoro anche per il video “Due Vite” girato in Sardegna per Marco Mengoni, altro apprezzatissimo cantante, con il quale duetterà presto proprio Elodie.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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Tutti conoscono la chiesa di Stella Maris ad Arbatax, costruita nel 1953, divenuta parrocchia nel 1966 e dedicata alla Madonna Stella del Mare, ma non tutti sanno che questa chiesa ha una pianta rettangolare e la facciata esterna è composta di pietre in granito, come il campanile che si presenta a tre livelli, a simboleggiare la Santissima Trinità.

Come si può osservare nella foto ci sono tre tipologie di aperture nel campanile: a salire, monofora, bifora e trifora, con una cupola cuspidata e in cima una croce.

La festa in onore della Madonna viene celebrata ogni terza domenica di luglio e coinvolge tutta la comunità.

Durante il weekend della festa, che dura tre giorni, si svolgono numerose attività e festeggiamenti, laici e religiosi, che si concludono la domenica sera con uno spettacolo pirotecnico sulla baia, che attira persone da tutta l’isola e rende l’evento uno dei più importanti dell’estate in Ogliastra.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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Non lontano dall’Anfiteatro Romano di Cagliari, si possono ancora ammirare i reperti archeologici della Villa di Tigellio, un complesso composto da tre abitazioni indipendenti, ma confinanti tra loro.

La prima dimora, conosciuta come la casa degli stucchi grazie alla grande quantità di stucchi presenti al suo interno, era un edificio lussuoso appartenuto probabilmente a qualche famiglia benestante dell’epoca.

La seconda dimora, la casa del tablino dipinto, era invece decorata con affreschi lungo le pareti. Della terza dimora, invece, è stato ritrovato solamente il tracciato dei muri.

Tutte le case erano dotate di finestre che si affacciavano sui cortili interni, in modo da creare una netta separazione con le classi sociali meno abbienti.

Il complesso era cinto da un portico del quale sono rimaste alcune colonne, e sono visibili i resti di una piccola area termale, alcuni mosaici nei pavimenti e un bellissimo pavimento in marmo bianco legato dal cocciopesto.

La Villa di Tigellio, risalente al II secolo d.C., originariamente veniva considerata come la dimora del poeta e musico sardo Tigellio, ma in seguito si scoprì che si trattava di un insieme di dimore.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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Giuseppe Urgeghe, 38enne originario di Sennori ma da tempo a Sassari, grande appassionato di viaggi e cultura e titolare di un’agenzia di sviluppo web, si è avventurato in un viaggio di 40 giorni in Madagascar, con l’obiettivo di conoscere in profondità la cultura, la natura e la popolazione del luogo, documentando la sua esperienza attraverso i suoi canali social.

Il progetto, intitolato “Il mio viaggio in Madagascar”, si concentra su un turismo sostenibile e responsabile, che vada a rispettare le regole locali e la cultura del paese.

Urgeghe si è impegnato a documentare la vita quotidiana e le curiosità del Madagascar, cercando di offrire un’immagine completa e autentica del luogo. Nonostante il lungo viaggio e lo “stordimento” iniziale, Giuseppe è determinato a raggiungere il suo obiettivo e ad offrire un’esperienza di viaggio unica e rispettosa del paese che ha ospitato lui e la sua curiosità.

“Avevo in mente questo progetto da tantissimo tempo ma solo quest’anno ho trovato il coraggio di buttarmi in questa avventura. Ovviamente ho portato con me tutta l’attrezzatura per lavorare, ci tengo a continuare a seguire al meglio i miei clienti. Seguo anche qui normali orari di lavoro. Il tempo libero, invece, è tutto dedicato alla scoperta di questa meravigliosa isola” spiega Giuseppe.

Segui il suo progetto sui suoi canali social per scoprire con lui la bellezza e la ricchezza del Madagascar

https://www.instagram.com/ilmioviaggioinmadagascar/

 

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Il sesto Filming Italy Sardegna Festival, ideato e diretto da Tiziana Rocca, avrà luogo dal 22 al 25 giugno presso il Forte Village di Santa Margherita di Pula, nella città metropolitana di Cagliari.

Quest’anno, il festival sarà presieduto dal presidente onorario Richard Gere, mentre Francesca Chillemi sarà la madrina e Claudia Gerini presiederà la giuria dei cortometraggi.

Il festival ha raggiunto la sua sesta edizione, rappresentando un traguardo importante per un evento che negli ultimi anni si è guadagnato il ruolo di punto di riferimento per la promozione dei prodotti audiovisivi, attirando l’attenzione di numerosi studenti appassionati dell’industria cinematografica.

Il Filming Italy Sardegna Festival è stato anche il primo a inaugurate la stagione estiva cinematografica, consolidandosi come festival acclamato dagli artisti e dagli appassionati del settore, sia italiani che internazionali. Con grande orgoglio, si annuncia il presidente onorario di quest’anno, l’attore Richard Gere, una vera icona del cinema mondiale e leggenda del settore.

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Avete mai pensato a come potessero essere i nuraghi nell’età del loro massimo splendore? Marco Mellace, insegnante dell’Istituto tecnico Luca Paciolo di Bracciano a capo del progetto “Flipped Prof”, lo ha fatto.

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In un video pubblicato su Youtube e sulla pagina Facebook di Flipped Prof viene mostrato lo splendido Nuraghe Arrubiu di Orroli all’epoca del suo massimo sviluppo, databile a partire dal 2000 avanti Cristo, un’età in cui forse solo gli egiziani erano in grado di competere con i sardi in fatto di architettura.

Come molti sanno, le fortificazioni originali dei Nuraghi, erano torri ben più definite e svettanti di quelle che sono arrivate fino a noi. Dei veri e propri castelli sorti nell’Isola nel bel mezzo dell’età del bronzo che raccontano di una civiltà assai avanzata per l’epoca.

Ecco il video:

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Una visita d’eccezione c’è stata ieri sera a Bitti negli spazi del Cinema Ariston dove dallo scorso 8 aprile è allestita la mostra “Frida Kahlo – Viva la Vita”. A varcare le porte dell’esposizione multimediale dedicata alla straordinaria artista centro americana è stato l’Ambasciatore degli Stati Uniti Messicani in Italia, Carlos Garcia de Alba Zepeda, accompagnato dalla moglie, dal figlio e dal Console onorario per la Sardegna, Renato Chiesa.

Ad accogliere i visitatori il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, l’assessore del Turismo, Christian Farina, e le operatrici della cooperativa Istelai che curano l’iniziativa e guidano i turisti nell’immersione artistica.

Il diplomatico. “Prima volta a Bitti e impressione notevole”. Ha esordito in questo modo l’Ambasciatore degli Stati Uniti Messicani appena conclusa la visita. “Faccio i complimenti alle autorità, ai curatori e a tutti coloro che hanno fatto il possibile per questa bellissima mostra. Sono veramente impressionato. Per essere un paese così piccolo, vedere questa mostra di Frida Kahlo, così ben messa e supportata concettualmente, artisticamente e tecnologicamente, mi tolgo il cappello. Complimenti. Veramente una bella mostra. Oggi il Messico è molto più vicino alla Sardegna”, ha concluso il diplomatico.

Il sindaco. “È stato un vero onore aver ospitato a Bitti l’ambasciatore del Messico che ha deciso di raggiungere il nostro paese in una delle poche tappe della sua trasferta di lavoro in Sardegna”. Così il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, che ha aggiunto: “Con la visita di oggi, la cultura si conferma ancora una volta elemento di condivisione attraverso cui rendere più vicini mondi e popoli geograficamente lontani”.

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Il Complesso della Cattedrale romanica di San Pantelaeo è una delle più importanti chiese medievali della Sardegna e si trova nel centro storico di Dolianova, una cittadina situata a circa 20 km da Cagliari. Grazie alla sua posizione geografica, la città è nota per la sua attività agricola.

La cattedrale, che è stata un luogo di culto fin dall’epoca paleocristiana, è stata costruita in tre fasi tra il XII e il XIII secolo. La sua costruzione è stata completata tra il 1261 e il 1289 dalle stesse maestranze che lavoravano alla chiesa di Santa Maria di Bonarcado. L’edificio è stato realizzato in pietra arenaria in stile romanico con alcuni elementi gotici e presenta decori floreali, geometrici, antropomorfi e mitologici. L’ingresso principale è caratterizzato da un marmo inciso con serpenti.

PH Pinterest

All’interno della cattedrale, che ha tre navate, si possono ammirare gli affreschi medievali nell’abside, tra cui uno rappresentante “l’Albero della Vita”, e sul fianco il “Retablo di San Pantaleo”.

Questi affreschi, considerati delle vere e proprie opere d’arte, sono stati realizzati tra la fine del XV secolo e i primi del XVI secolo.

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Il Coro di Arbatax, sotto la guida della direttrice Luisa Balzano, ha avuto il piacere di essere ospite nella splendida Val di Susa lo scorso fine settimana. La ragione della visita è stata l’anno di compleanno del Coro Policromoe di Giaglione, che ha compiuto il suo decimo anniversario. Il coro ogliastrino si è esibito di fronte ad un pubblico numeroso e caloroso nella Cattedrale di San Giusto, ricevendo grandi applausi per la sua esibizione.

L’esibizione non si è limitata ai pezzi esistenti nel repertorio del coro di Arbatax: infatti, il gruppo ha reso omaggio al Tenente della Regia Aeronautica di Ulassai, Cesare Lai, eseguendo anche una serie di canti sardi appositamente scelti per l’occasione.

Cesare Lai è stato un pilota di aerei che ha compiuto un gesto eroico durante un volo di addestramento nel 1933. In quel tragico incidente, a causa di un guasto all’aereo, Lai preferì schiantarsi piuttosto che investire su un gruppo di bambini che giocavano in una radura a Santa Chiara. Il sacrificio coraggioso del Tenente Lai gli costò la vita, ma la sua memoria e il suo eroismo continua ad essere venerato e celebrato dagli abitanti di Ulassai e della Sardegna fino ad oggi. Il coro di Arbatax, attraverso la sua performance, ha reso omaggio ad una figura simbolica della loro comunità, mettendo in evidenza l’importanza della memoria e la cultura tradizionale.

IL VIDEO

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Luca Cantarelli, cresciuto a Tortolì, si è trasferito a Milano nel 2012, dove attualmente vive e lavora. Fin da giovane, Luca ha coltivato la sua creatività e durante gli studi universitari a Cagliari, ha scoperto la sua passione per il design attraverso la pittura, sviluppando un personale linguaggio espressivo influenzato dal mondo dei fumetti e delle subculture giovanili.

Dopo la laurea in Scienze Giuridiche, il giovane tortoliese ha deciso di proseguire la sua carriera nel campo del fashion design, lavorando presso uno dei brand più importanti delle sfilate di Milano. Successivamente, si è dedicato all’alta gioielleria, contribuendo al restyling di un famoso brand milanese di gioielli.

Durante il lockdown del 2020, ha pianificato la sua prima collezione di gioielli in argento e pietre naturali con il suo nome, capace di contaminare la tradizione orafa Made in Italy con influenze provenienti dallo street style e dallo sportswear contemporaneo del suo stile personale. Il design innovativo di Luca si ispira alle nuove generazioni e si distingue per l’originalità autentica che traduce l’abilità artigianale della gioielleria fatta a mano in un’estetica in grado di catturare il gusto delle persone.

Oggi torna alla ribalta con una nuova capsule collection, dedicata ai segni del tempo, che ci insegna ad essere fieri di noi stessi e di tutto ciò che ci definisce come persone. Questa collezione genderless è composta da cinque pezzi, tra orecchini, pendenti e anelli chevalier, caratterizzati da un design unico nel quale gli elementi distintivi del brand trovano nuova forma. Argento 925, smalti colorati e pietre naturali si combinano in modo equilibrato e armonioso, creando giochi di volumi e linee rigorosi ma allo stesso tempo spontanei.

La campagna pubblicitaria si basa su fotografie scattate tra un gruppo di amici del designer, dai quaranta ai settant’anni, e rafforza il significato della collezione, mostrando la gioia e la fierezza di essere se stessi, sempre e comunque.

 

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