Il padrone, per mettersi in salvo dalle bombe, ha cercato riparo nella metro di Kiev.

Ma non ha lasciato il suo amico a quattro zampe, decidendo di portarlo con sé.

La foto che li ritrae ha fatto già il giro del mondo, partendo dal profilo Instagram ucraine.ua, che giustamente commenta “Non si abbandonano mai i nostri amici”.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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L’ Avis Comunale di Tortolì in collaborazione con il centro trasfusionale dell’ospedale di Lanusei ha organizzato una raccolta di sangue presso la sede Avis di Tortolì in via Temo giovedì 3 marzo dalle 8 alle 11.30.

Bisogna essere maggiorenni ed in buona salute.

Si consiglia di prenotarsi al 3701281311.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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E’ stato un luogo di ritrovo importante per molte generazioni di arbataxini e dalla sua fondazione nel 1964 fino all’inaugurazione della più maestosa chiesa di San Giorgio avvenuta nel 1995,  la piccola chiesetta in legno dalle indimenticabili finestrelle verdi ha ospitato prime comunioni, eventi ricreativi, manifestazioni dedicate ai piccoli abitanti del rione e perfino qualche matrimonio.

In quegli anni la Cartiera stava portando ad Arbatax decine di nuovi nuclei familiari che si stabilivano nelle casette bianche del nuovo quartiere. I bambini, come racconta la signora Rosanna che quegli anni li ha vissuti e ha contribuito perché la struttura fosse sempre ordinata, ben organizzata e accogliente, erano tantissimi, giocavano per le strade, animavano le vie del Villaggio.

Serviva un posto che gli permettesse di andare alla messa senza percorrere chilometri. Da lì l’idea della Signora Taccus di richiedere lo spazio in legno e muratura.

Il primo a celebrare la messa fu il compianto Don Mereu, ma sono stati tanti i sacerdoti che si sono susseguiti negli anni. Forse in tanti ricorderanno ancora oggi Padre Marco e Padre Mariano.

E per i residenti di oggi  e di allora indimenticabili rimangono le sensazioni: il catechismo nella casetta, la sagrestia nella casetta in muratura a fianco (che non era altro che una casetta dei telefoni), i giochi sul retro (ormai arrugginiti), le semplicissime panchette in legno, l’altare sempre ben addobbato e la dolce luce che entrava dalle finestrelle.

Dopo la messa, tutti a giocare e perché no, a curiosare tra i giornali esposti all’edicola di Signor Lino, anche lui protagonista indimenticabile di un passato semplice, ma ricco di emozioni indelebili.

 

 

 

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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C’era il tempo in cui la tradizione sarda attribuiva ai comuni mali origini di diverso tipo. Specie quando questi erano soliti colpire i bambini. Così, ecco che a uno dei fastidi più comuni che riguardava gli occhi dei piccini veniva dato un nome curioso e, soprattutto, veniva associato un rito di guarigione particolare.

Si tratta del male de “su prupu”, Il polpo marino che, quando si attacca con le sue ventose sulle mani o sulle braccia, lascia segni rossi per un po’ di tempo. Un arrossamento che spesse volte appariva negli occhi dei bambini, accompagnato da dolori e bruciori, causato da un’infezione o un’infiammazione di varia origine.

Secondo la tradizione sarda e la fede popolare, come riportato anche da Efisio Sanna, il compito di guaritore veniva dato a un pescatore o in generale a chi aveva attraversato il mare.

Seguendo precise formule e riti di preghiera, rivolti prevalentemente alla patrona degli occhi Santa Lucia, il bimbo veniva così curato.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Una leggenda di Sardegna, riportata da Mariano Cocco nel suo manualetto storiografico, racconta che Giove, il padre degli dei, fosse goloso dell’originalità della cucina nostrana.

Sembra infatti che, in occasione dei banchetti, inviasse il dio Nettuno negli stagni di Cabras e Santa Gilla per fare incetta di pesci, crostacei e molluschi.
Poi, a Diana, dea della caccia, il compito di catturare maialetti e agnelli nelle campagne sarde.
Per quanto riguarda i vini, invece, la scelta veniva affidata ovviamente al figlio Bacco, dio dell’ebbrezza e della sbornia.
Le tre divinità, inoltre, portavano con sé i più abili pescatori e pastori sardi, capaci di cucinare nel miglior modo possibile le leccornie sarde, grazie alla brace preparata dal dio Vulcano.
Ecco così che la coltre di nubi che avvolge la vetta dell’Olimpo, sede del pantheon greco-latino, altro non era che il fumo degli arrosti.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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La Torre di Barì si colora di giallo e di blu come gesto di solidarietà nei confronti del popolo ucraino, in guerra in queste ore dopo l’attacco sferrato dalla Russia.

Lo comunica in un post il sindaco di Bari Sardo Ivan Mameli:

«”L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”. Un articolo sempre attuale, una guerra assurda, feroce e spietata che mette a rischio valori non negoziabili come la democrazia e la libertà di una Nazione. Per una settimana la Torre spagnola verrà illuminata con i colori dell’Ucraina, un gesto simbolico di solidarietá e vicinanza ma anche di ripudio incondizionato della guerra in ogni sua forma».

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Deprecabile atto vandalico nelle campagne di Ussassai, dove sono stati imbrattati alberi e rocce con una bomboletta di vernice spray. Da quanto si apprende il motivo di questo ignobile gesto, sarebbe stato quello di segnalare un sentiero di trekking.

Il fatto è avvenuto nella località ‘Perda morta’, nei pressi della suggestiva ‘Piscina de s’ogliu ermanu’, probabilmente meta finale dagli autori dell’insudiciamento del percorso naturalistico.

A denunciare questa vicenda è stata l’associazione Ussassai Experience, che ha fatto della natura, sport ed ecosostenibilità la propria bandiera.

Scrivono i rappresentanti del sodalizio ogliastrino nei social: “Nonostante avessimo già reso pubbliche le gesta, poco eroiche, di alcune pseudo guide che si erano divertite ad imbrattare piante e rocce con delle bombolette spray, siamo costretti a tornare sull’argomento per comunicarvi che gli idioti hanno completato la loro opera”.

“L’unica cosa che possiamo fare – continuano i membri l’associazione – è organizzare una giornata di pulizia,  domenica 13 marzo, per provare ad arginare questo ‘stupro ecologico’ “, concludono i componenti dell’associazione.

Anche il sindaco di Ussassai, Chicco Usai è intervenuto sulla vicenda, e ha affermato: “Come ussassese e amministratore sono sbalordito per questo ignobile atto vandalico. Le persone che vogliono fare delle escursioni, come si permettono di imbrattare in casa d’altri? Credo che sia educazione entrare in punta di piedi, perché noi lottiamo per preservare il nostro patrimonio ambientale e non accettiamo questi gesti”.

“Puntiamo sul turismo, e siamo pronti ad accogliere tutti, ma i vandali non saranno mai ben accetti. Il 13 marzo, insieme ad un nutrito gruppo di persone, andremo a cercare di ripulire questo ennesimo oltraggio alla natura. Nel frattempo informerò le forze dell’ordine del fatto, chiedendo un controllo più capillare di vigilanza del territorio. Provo molta amarezza perché non ci si comporta in questo modo”, conclude Usai.

L’articolo Ussassai, imbrattato con vernice sentiero trekking. Il sindaco Usai: “Amarezza per atto vandalico” proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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Tantissima apprensione e paura tra i fedeli della comunità ortodossa cagliaritana, riunita alla chiesa della Speranza. Oggi una messa importante in un giovedì di bombe e angoscia, in questa guerra traRussia e Ucraina.

“Mia moglie e mio figlio sono in Ucraina. Dovevo andare da loro, ma il volo è stato annullato. Ho tanta paura”, le parole di padre Nikolayy Volsky, tra i tanti originari dell’est Europa presenti a Cagliari, con il cuore pieno di terrore per i propri cari.

E gli ortodossi si preparano a entrare nei giorni di quaresima. “A messa c’erano ucraini e russi, in preghiera. Tutti uniti in nome di Dio”.

L’articolo “La mia famiglia è in Ucraina”, tanta paura per Nikolayy Volsky: russi e ucraini “sardi” pregano per la pace proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Durante il viaggio con la storica Automotrice, si farà una sosta ad Isili per consentire la visita del Nuraghe Is Paras. Spettacolare di seguito il passaggio sul Lago di Is Barroccus, di fronte alla bella Stazione di Sarcidano, dove era presente la linea delle Complementari per San Gavino, ora smantellata e recuperabile come pista ciclabile.
Un’altra breve sosta di ristoro alla Stazione di Nurallao e quindi si giunge a Laconi, capolinea del viaggio.
Alle 16:00 il Trenino Verde riparte per Mandas, così da giungervi prima dell’arrivo del buio, per non perdere i policromi paesaggi delle prime fioriture dei mandorli.

La domenica successiva (13.03.2022), il Trenino Verde sferraglierà sul binario a scartamento ridotto che dal Sarcidano si dipana nella Barbagia di Seulo, sino a Seui.
In questo 2022, su questa tratta, ben più lunga, la partenza sarà sempre anticipata alle 08:30. Si confermano due belle soste lungolinea. Nel Casello di Palarana, incastonato tra due gallerie con vista sul lago del Medio Flumendosa, e al ritorno tra i boschi della Stazione di Betilli. Giunti entro le 12:30 nel paesino di Seui, avrete tempo per una breve visita e per degustarvi culurgiones ed altre tipicità. Anche la ripartenza pomeridiana è anticipata su questa linea. Entro le 14.30 il Trenino Verde va via dalla stazione, per regalarci, con luce diversa, nuovi scorci sulla verdissima Sardegna di questo periodo.

Questi due viaggi si replicheranno tutte le successive domeniche (tranne quella di Pasqua che è sostituita dal lunedì di Pasquetta) di marzo ed aprile, sempre in partenza da Mandas, ma alternativamente sulla tratta che conduce a Laconi con quella che conduce e Seui.

La linea ed i treni sono quelli storici, come tradizionali sono la voglia di primavera e di libertà, che, da sempre, portano tanti a prenotare i pochi ed ambiti posti disponibili. Super green pass ed uso della mascherina FFP2 durante lo spostamento in treno, sono attualmente confermati come obbligatori per partecipare.

L’articolo Primavera alle porte. Ripartono i viaggi del Trenino Verde della Sardegna: prima data domenica 6 marzo proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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Nel territorio di Gairo Sant’Elena, precisamente all’altezza del Rio Sarcerei, si trova una Conca molto famosa in Ogliastra, chiamata in dialetto “Sa foggi ‘e Susanna” (La conca di Susanna). Dietro questo nome si nasconde una storia affascinante quanto drammatica: un mix di onore, amore ostacolato e faide tra famiglie.

Tra il settecento e l’ottocento, l’onore e la dignità del nome della famiglia erano più importanti persino del sangue: l’apparenza, ovvero ciò che dovevi mostrare alla comunità, vinceva sulla verità. Tante leggende e storie sarde, tramandate da generazione e generazione, hanno come protagonista un amore travagliato e ostacolato: questa è una di quelle storie.

Come in “Romeo e Giulietta” di Sheakespeare, la gairese Susanna Depau, si era invaghita del ragazzo sbagliato. Un ragazzo che apparteneva alla famiglia rivale da sempre dei Depau, quella dei Lorrai. Da quest’amore tenace, pronto ad allontanare l’odio e la vendetta che da sempre avevano contraddistinto le due famiglie, venne concepito un figlio. La ragazza volle condividere la sua felicità con la sorella, Peppa, certa che il cognome del bambino non avrebbe influito sull’amore che una sorella ha verso un’altra sorella. Ma le sue speranze furono vane.

Peppa riferì tutto al resto della famiglia, considerando quella nuova vita come una disgrazia che stava per abbattersi contro la propria stirpe.  Saputa la tragedia, l’intera famiglia Depau iniziò a pensare e a organizzare, in segreto, un piano per disfarsi del bambino. Un piano da non svolgere nell’immediato, ma quanto bastava per evitare che i segni della gravidanza iniziassero a venire alla luce e potessero infangare il buon nome della famiglia.

Passarono alcune settimane, il tempo necessario in cui Susanna potesse tranquillizzarsi e non sospettare di nulla, quando la sorella Peppa la invitò ad andare a raccogliere legna per il pane, che avrebbero cucinato il giorno successivo. Prima dell’alba, le due sorelle Depau si incamminarono tra le montagne, all’altezza della Valle Nera, chiamata così per la configurazione scura che prende il Rio Sarcerei, giungendo ad uno strapiombo in cui alla fine si trovava una conca con le acque profonde. Proprio in quel luogo, cosi macabro e scuro, si sarebbe compiuto il piano premeditato dalla famiglia Depau.

Peppa non ci penso due volte e compì il piano tanto agognato, certa che quel luogo sarebbe stato perfetto per nascondere il delitto. Quando Susanna si chinò per prendere il fascino di legna che aveva raccolto, proprio vicino allo strapiombo, la sorella la spinse giù nella conca, lasciando che fosse abbracciata dalle acque scure e dalla morte. Da quel drammatico momento, quanto crudele, la conca prese il nome di “Sa foggi e Susanna” ovvero “La conca di Susanna”.

Il giovane Lorrai, appresa la notizia, si recò al pozzo del paese in attesa dell’assassina della propria amata. Quando Peppa giunse al pozzo, il giovane la uccise alla luce del giorno e davanti all’intera comunità.
Questa è una delle tante storie di vite spezzate a causa dell’onore e della vendetta.

Fonte: Dossier del Comune di Gairo

L’articolo La curiosità. La storia d’amore impossibile tra Susanna Depau e il giovane Lorrai, i Romeo e Giulietta di Gairo proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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